“Liberi di scegliere se migrare o restare”
Papa Francesco ha dedicato al tema della libertà che dovrebbe sempre contraddistinguere la scelta di lasciare la propria terra il suo messaggio per la centonovesima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che quest’anno è stata appunto intitolata “Liberi di scegliere se migrare o restare” e sarà celebrata il 24 settembre. Egli ha iniziato la sua riflessione con due esempi biblici: la fuga della Sacra Famiglia in Egitto, frutto non di una decisione volontaria, ma della volontà di Erode di uccidere il Bambino; la migrazione di Giacobbe e i suoi discendenti da Canaan in Egitto con il bestiame e tutti loro beni, causata da una grave carestia.
«Persecuzioni, guerre, fenomeni atmosferici e miseria sono tra le cause più visibili delle migrazioni forzate contemporanee. I migranti scappano per povertà, per paura, per disperazione. Al fine di eliminare queste cause e porre così termine alle migrazioni forzate è necessario l’impegno comune di tutti, ciascuno secondo le proprie responsabilità. Un impegno che comincia col chiederci che cosa possiamo fare, ma anche cosa dobbiamo smettere di fare. Dobbiamo prodigarci per fermare la corsa agli armamenti, il colonialismo economico, la razzia delle risorse altrui, la devastazione della nostra casa comune».
Per il pontefice bisognerebbe recuperare l’ideale della prima comunità cristiana, che pare così distante dalla realtà odierna: «Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno» (At 2,44-45). Per fare della migrazione una scelta davvero libera, ci si dovrebbe sforzare di garantire un’equa partecipazione al bene comune, il rispetto dei diritti fondamentali e l’accesso allo sviluppo umano integrale. Per questo, i Paesi di origine devono essere messi nelle condizioni di assicurare tutto ciò, senza trovarsi depredati delle proprie risorse naturali e umane e senza ingerenze esterne mirate a favorire gli interessi di pochi. Nel mentre che si concretizzi un futuro così, per non lasciare fuori nessuno da una comunità occorre fare proprie le parole di Gesù: «Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi» (Mt 25,35-36).
Papa Francesco ha proposto questa preghiera:
Dio, Padre onnipotente,
donaci la grazia di impegnarci operosamente
a favore della giustizia, della solidarietà e della pace,
affinché a tutti i tuoi figli sia assicurata
la libertà di scegliere se migrare o restare.
Donaci il coraggio di denunciare
tutti gli orrori del nostro mondo,
di lottare contro ogni ingiustizia
che deturpa la bellezza delle tue creature
e l’armonia della nostra casa comune.
Sostienici con la forza del tuo Spirito,
perché possiamo manifestare la tua tenerezza
ad ogni migrante che poni sul nostro cammino
e diffondere nei cuori e in ogni ambiente
la cultura dell’incontro e della cura.